Preistoria

La storia del territorio albano, il suo aspetto geomorfologico, strettamente legato all’attività eruttiva del Vulcano Laziale, è illustrata nelle prime due sale ed è arricchita dall’esposizione di rocce e minerali e alcuni frammenti vegetali inglobati nel tufo, la cui datazione al C14 ha consentito di datare l’ultima colata piroclastica a circa 29.858 anni fa.

La presenza dell’uomo in questo territorio è inserita nel più ampio excursus sull’evoluzione umana, dai primi ominidi comparsi in Africa oltre 4 milioni di anni fa all’Homo Sapiens sapiens. Il confronto fra le diverse specie è illustrato anche attraverso i calchi dei principali crani di ominidi rinvenuti nel mondo.

Le prime frequentazioni umane nel territorio albano si manifestano nei periodi di quiescenza del Vulcano: strumenti in pietra (choppers e chopping tools, rozzi ciottoli intaccati per ottenere un margine tagliente, e amigdale, strumenti litici più evoluti, bifacciali a forma di mandorla) del Paleolitico inferiore (300.000 200.000 anni fa).

Fauna marina e terrestre arricchiscono l’esposizione (un molare e due frammenti di zanna di elephas antiquus, che popolava la Campagna romana; malacofauna del quaternario, che testimonia l’alternarsi di innalzamento e abbassamento del livello marino nei periodi glaciali e interglaciali).

Al Paleolitico medio e superiore (60.000 – 35.000 anni fa), durante il quale accanto all’Uomo di Neanderthal fa la sua comparsa l’Uomo moderno, sono ascrivibili diversi tipi di strumenti litici (raschiatoi, punte, denticolati), provenienti principalmente dalle loc. Montagnano-Campoleone e Valle Caia.

Le successive età Neolitica ed Eneolitica sono scarsamente documentate: frammenti di ceramica d’impasto con decorazione impressa, dalle località Colle dei Cappuccini e Montagnano – Campoleone, e punte di freccia (circa 2500 – 1800 a.C.).

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SALA 1 e SALA 2

I reperti risalenti alla Preistoria.

Età del bronzo